ABB: L'Aquila 2009, un terremoto post-moderno
Associazione Ranuccio Bianchi Badinelli, L'Aquila. Un terremoto post-moderno L'Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, fondata da Giulio Carlo Argan, si occupa dal 1991, con indiscussa competenza, del nostro patrimonio storico e artistico. Nel caso del terremoto dell'Aquila ha ritenuto indispensabile estendere lo sguardo critico dalle responsabilità in materia di beni culturali a tutti i profili della catastrofe: elaborando documenti, dialogando con specialisti di ogni disciplina, comitati locali, operatori della comunicazione, contestando errori politici e di gestione a ogni livello. In ragione di ciò, l'Associazione ha raccolto l'invito della Biennale, partecipando con il Power Point dal titolo Un terremoto post-moderno, curato da Umberto D'Angelo, Vezio De Lucia, Roberto De Marco e Paola Nicita. In poche immagini è esposta una storia del terremoto molto diversa da quella raccontata dai TG e dalla maggior parte dei giornali. La storia di una non ricostruzione, perfettamente rappresentata dalla scelta delle new town aquilane: una città surrogata da 19 periferie. In definitiva, la ricostruzione è stata affrontata esclusivamente come questione edilizia, mentre sono in rovina il centro storico e l'insieme di un importante patrimonio d'arte, di storia e di cultura. Una pratica della ricostruzione si era invece consolidata nelle molteplici catastrofi che hanno colpito il nostro territorio. Alcuni presupposti essenziali -- in una fase tanto delicata del destino di intere popolazioni- sembravano ormai definitivamente acquisiti, come il confronto tra istituzioni e popolazioni, il ripristino delle relazioni sociali, la conservazione e il restauro del patrimonio culturale e ambientale. Al contrario, L'Aquila oggi rischia di proporsi come il paradigma di una modernità senza storia e senza cultura. Il disastro abruzzese, gestito finora solo in termini di propaganda politica, pretende una forte mobilitazione culturale, la rivalutazione di conoscenze e competenze specifiche e un coinvolgimento democratico e civile. Con ansia l'Associazione Bianchi Bandinelli, mentre indica con forza l'esigenza di un progetto culturale unitario per la ricostruzione, invita a interrogarsi su cosa potrebbe diventare questo nostro Paese delle mille catastrofi, se la logica dell'emergenza infinita e della gestione commissariale dovesse essere imposta come metodo ordinario. Sito internet: www.bianchibandinelli.it
Associazione Ranuccio Bianchi Badinelli, L'Aquila. Un terremoto post-moderno L'Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, fondata da Giulio Carlo Argan, si occupa dal 1991, con indiscussa competenza, del nostro patrimonio storico e artistico. Nel caso del terremoto dell'Aquila ha ritenuto indispensabile estendere lo sguardo critico dalle responsabilità in materia di beni culturali a tutti i profili della catastrofe: elaborando documenti, dialogando con specialisti di ogni disciplina, comitati locali, operatori della comunicazione, contestando errori politici e di gestione a ogni livello. In ragione di ciò, l'Associazione ha raccolto l'invito della Biennale, partecipando con il Power Point dal titolo Un terremoto post-moderno, curato da Umberto D'Angelo, Vezio De Lucia, Roberto De Marco e Paola Nicita. In poche immagini è esposta una storia del terremoto molto diversa da quella raccontata dai TG e dalla maggior parte dei giornali. La storia di una non ricostruzione, perfettamente rappresentata dalla scelta delle new town aquilane: una città surrogata da 19 periferie. In definitiva, la ricostruzione è stata affrontata esclusivamente come questione edilizia, mentre sono in rovina il centro storico e l'insieme di un importante patrimonio d'arte, di storia e di cultura. Una pratica della ricostruzione si era invece consolidata nelle molteplici catastrofi che hanno colpito il nostro territorio. Alcuni presupposti essenziali -- in una fase tanto delicata del destino di intere popolazioni- sembravano ormai definitivamente acquisiti, come il confronto tra istituzioni e popolazioni, il ripristino delle relazioni sociali, la conservazione e il restauro del patrimonio culturale e ambientale. Al contrario, L'Aquila oggi rischia di proporsi come il paradigma di una modernità senza storia e senza cultura. Il disastro abruzzese, gestito finora solo in termini di propaganda politica, pretende una forte mobilitazione culturale, la rivalutazione di conoscenze e competenze specifiche e un coinvolgimento democratico e civile. Con ansia l'Associazione Bianchi Bandinelli, mentre indica con forza l'esigenza di un progetto culturale unitario per la ricostruzione, invita a interrogarsi su cosa potrebbe diventare questo nostro Paese delle mille catastrofi, se la logica dell'emergenza infinita e della gestione commissariale dovesse essere imposta come metodo ordinario. Sito internet: www.bianchibandinelli.it